contro il carcere e la repressione

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Notizie

03-03-2016
Le istituzioni verifichino il rischio epidemia nel carcere di Catanzaro
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29-02-2016
Catanzaro: a 75 anni muore in carcere per un'infezione, aperta inchiesta
Rotella infatti il 27 gennaio era stato trasferito dal carcere di Gazzi alla Casa circondariale di Catanzaro. Nel carcere calabrese, secondo le poche informazioni acquisite dai familiari, da circa una settimana aveva accusato sintomi da enterite, ma il quadro clinico, evidentemente sottovalutato si era rapidamente aggravato fino al ricovero in terapia intensiva. Il certificato di ricovero ottenuto dai familiari reca la data del 23 febbraio ed una diagnosi di ingresso di paziente in stato di shock multiorgano, con enterite da clostridium difficilis ed una prognosi di imminente pericolo di vita. Leggi »

16-04-2010
Milano, chiesti 27 anni di carcere per il comandante ROS Ganzer
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14-10-2009
Rubati i computer degli avvocati degli indipendentisti sassaresi
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22-09-2009
Operazione Rewind
Arresti Rewind Torino, allegerite misure cautelari Leggi »

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Comunicato stampa: RISCHIO EPIDEMIA DA "CLOSTRIDIUM DIFFICILE" NEL CARCERE DI SIANO DOPO LA MORTE DI MICHELE ROTELLA

Una morte assurda quella di Michele Rotella, 75 anni, presso l'ospedale di Catanzaro. Come assurdo è il fatto che a questa età dalla detenzione domiciliare venga messo in carcere per effetto di una condanna a 3 anni di reclusione divenuta definitiva lo scorso novembre. Era stato trasferito presso il carcere di Siano da poche settimane, negli ultimi giorni accusava i malori tipici delle enteriti ma, evidentemente, è stata sottovalutata la gravità del problema. Dai primi accertamenti effettuati presso il nosocomio catanzarese, risulta essere deceduto per clostridium difficilis, un batterio purtroppo molto pericoloso e resistente, che negli ultimi anni sta registrando un aumento della frequenza, oltre che della gravità, delle Infezioni da Clostridium Difficile (ICD o CDI, Clostridium Difficile Infections, o CDAD, Clostridium Difficile Associated Disease) sia in ambiente intra- che extra-ospedaliero, associate ad una elevata probabilità di recidiva dopo il trattamento. Le cause dell’incremento di incidenza e di severità delle CDI non sono del tutto chiare e sono tuttora oggetto di analisi.

Si tratta di un batterio, gram-positivo, anaerobio e sporigeno (ovvero capace di sporulare, di generare spore). Le spore sono dotate di una membrana particolarmente resistente, sia alle escursioni termiche che all'attacco chimico dei comuni disinfettanti.”

Come associazione per i diritti dei detenuti, siamo molto preoccupati del possibile rischio di epidemia che potrebbe verificarsi all'interno della struttura detentiva di Siano. Detta preoccupazione trova ragione nella patologia che pare abbia portato al decesso improvviso del detenuto. Le diverse fonti mediche consultate invitano a non trascurare assolutamente questo batterio ed il potenziale epidemologico che esprime soprattutto in ambiti comunitari e il carcere è assolutamente un ambiente comunitario e promiscuo.

Considerato che la persona infetta è la fonte primaria di veicolazione del batterio e che l'ambiente la fonte secondaria, riteniamo opportuno ed urgente effettuare innanzitutto uno screening di tutta la popolazione detenuta e del personale operante all’interno della struttura. Inoltre, contestualmente, chiediamo che venga effettuata una opportuna disinfestazione della struttura carceraria di Siano onde evitare il pericolo, concreto, di una epidemia che potrebbe anche varcare le mura del carcere attraverso le visite.

Ed è proprio in questa direzione che abbiamo scritto a tutti gli organi competenti dal Presidente della Repubblica al Garante nazionale dei diritti dei detenuti, Mauro Palma.

 

Associazione Yairaiha Onlus

Associazione Fuori dall'Ombra 

 

 

 

 

(Pubblicato il 01-03-2016)