Comunicato stampa: FIGLI DI UN DIO MINORE
Carcere di Palmi, Figli di un Dio Minore da Il Manifesto del 28 settembre
Quello che un tempo era il famigerato carcere speciale di Palmi, dove
erano rinchiusi prima gli esponenti di punta della lotta armata, poi i boss
della criminalità organizzata, oggi altro non è che un grigio e malandato
buco nero della democrazia.
Giovedì 20 settembre, poco prima delle quattro del pomeriggio, varchiamo le
soglie del carcere di Palmi, ad accoglierci, oltre alle guardie, un rumore
assordante: <stanno “battendo i ferri”>> spiega il comandante in turno.
E' dal 10 settembre che stanno portando avanti diverse forme di protesta
pacifica, la prima settimana solo lo sciopero del carrello, adesso battono
i ferri con cadenza regolare alle otto del mattino, alle quattro del
pomeriggio e alle otto di sera.
Hanno esposto le loro ragioni in una lettera aperta indirizzata a tutti gli
organi competenti, DAP, PRAP Calabria, Direzione del carcere, associazioni
e Magistratura di Sorveglianza, alla nostra associazione (Yairaiha Onlus) e
alla Pantagruel.
Sono stanchi, esasperati dall'inerzia in cui sono relegati per 24 ore al
giorno. Niente scuola, niente corsi di formazione, nessuna attività
lavorativa, nessun laboratorio culturale. Costretti a trascinarsi dalla
cella al passeggio e viceversa perchè la Direzione non vuole attivare
nessun percorso rieducativo per loro, i detenuti non conoscono neanche il
“trattamento” loro riservato. Le restrizioni applicate dalla Direzione sono
assurde e non motivate, i quasi 200 detenuti vengono ricattati
sistematicamente <> oppure <“domandina”>>. Ma i 37 detenuti non hanno timore a raccontare a Francesco
Caruso, l'onorevole no global, assiduo frequentatore di questo come di
altri carceri, opg e cpt del sud Italia, i particolari delle continue
vessazioni cui sono sottoposti, non sono intimoriti neanche dalla numerosa
presenza dei secondini che ogni tanto annuiscono e stringono le spalle in
segno di assenzo e impotenza. 20 chili di pacco da casa al mese, compresi
libri e vestiario. E in questi solo 1 chilo di carne o pesce, non è
consentito il formaggio ne la verdura. Questo solo avviene solo in questo
carcere. Così come solo a Palmi è vietato l'ingresso di cd, per cui i
detenuti di Palmi sono gli ultimi in Italia ad ascoltare ancora le vecchie
e introvabili musicassette su nastro, roba da museo in tempo di mp3.
Restrizioni assurde che neanche nelle carceri di regime vengono attuate. Il
regolamento penitenziario è fermo a quello del '75 come se tutte le
modifiche fatte nel corso degli anni o il DPR 230/2000 non fossero mai
stati emanati. Infatti, per la Direzione, gli adeguamenti previsti nel DPR
230/2000 sono consistiti solo nella pitturazione (esterna) delle mura
perimetrali del carcere e qualche altro ritocco al “trucco”. Ad esempio le
docce sono prive di piastrelle ed esistono ancora le doppie grate, quelle a
nido d'api per intenderci, le quali causano gravi problemi alla vista.
L'ultima nota la merita la “declassificazione”, essere classificato EIV è
facile, basta che il Dap decide e ti ritrovi in questi gironi danteschi
dove non sei più in 41 bis ma, paradossalmente, è come se lo fossi. Per
riuscire ad essere declassificato dall'EIV devi essere “osservato” per un
periodo “congruo”, indeterminato, rinnovabile di sei mesi in sei mesi
direttamente dal Dap in base alle relazioni dell'area trattamentale. Ma
qui, i detenuti, non sanno neanche che faccia abbia l'educatore ne quale
sia il loro piano trattamentale. Uno di loro è da 9 anni in osservazione,
però non ha ancora capito chi è che lo deve osservare. Stranamente, l'unico
detenuto della sezione che si è astenuto dallo sciopero è stato
immediatamente declassificato. L'Italia è stata più volte richiamata dalla
CEDU per il vuoto normativo e per l'impossibilità di ricorrere avverso la
collocazione in EIV ad un organo giurisdizionale contravvenendo all'art. 6
della Convenzione di Ginevra sui Diritti Umani.
E loro lo sanno, sanno di avere dei diritti universalmente garantiti ma non
possono beneficiarne perchè a Palmi si è figli di un Dio minore. Invitiamo
l'Onorevole Ministro della Giustizia a mandare nella Casa Circondariale di
Palmi una ispezione ministeriale, scoprirà che, oltre la targa d'ottone che
recita “Ministero della Giustizia - Casa Circondariale di Palmi” e oltre la
facciata ridipinta, gli uomini vengono tenuti come bestie.
Dovremmo ricordarci, tutti noi, che le Persone recluse (già, perchè di
questo si tratta) sono uomini che pur avendo commesso un reato un giorno
dovranno essere restituiti alla Libertà (e alla Società) e se in carcere le
teniamo come bestie, e ci perdonino gli animali che hanno pure i loro
diritti, avremo uomini e donne che hanno espiato la loro Pena si, ma forse
saranno peggiori di quando sono entrati, sicuramente non migliori.
Associazione Yairaiha Onlus