contro il carcere e la repressione

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Comunicato stampa: Carenze e attuazione del Dpr 230/2000 nella Casa Circondariale di Palmi (RC)

 Al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria

al Provveditorato Regionale dell'Amm. Pen.

al Garante dei diritti dei detenuti

alla Gazzetta del Sud

alla Direzione della C.C. di Palmi

all'associazione Papillon Rebibbia

all'associazione Nessuno Tocchi Caino

all'associazione Yairaiha Onlus

al Magistrato di Sorveglianza di RC

 

 

Carenze e attuazione del Dpr 230/2000 nella Casa Circondariale di Palmi (RC)

 

i sottoscritti chiedono l'intervento della S.V. Ill.ma per le competenze attuative e di controllo previste al fine dei dare concrete soluzioni a problematiche attinenti all'esecuzione della pena in conformità alla legge penitenziaria che affliggono oltremisura, e irragionevolmente, chi è privato della libertà personale:

Assoggettabilità a un “trattamento conforme a umanità, imparzialità con esclusione di restrizioni che non siano giustificate da esigenze di ordine e sicurezza” (art. 1 L. 354/75).

Ciò premesso, si sottolinea come la funzione rieducativa della pena implica la presenza di strumenti trattamentali che nella presente situazione, quando non assenti, risultano carenti:

lavoro, istruzione, rapporti familiari, attività culturali e sportive (art. 15 L. 354/75).

 

  1. Rapporti familiari:

    punti dolenti e più sentiti da chi è condannato ad essere lontano dai propri affetti sono:

    a)le modalità di svolgimento dei colloqui con mezzo divisorio, anche in presenza di bambini, invece di locali normalizzati con tavolini (come da regolamento);

    b) irragionevole limitazione di kg 1 per genere alimentare consentito in occasione del colloquio (anche per chi è in cella con sei persone ed effettua 1 colloquio al mese, con la spiacevole conseguenza di non poter offrire un poco di “pranzo familiare” a coloro che non possono effettuare colloquio);

    c) limitazioni e carenze inesistenti in altri istituti d'Italia configurando un contrasto con l'art. 3 O.P. che stabilisce parità di condizioni.

  2. Istruzione:

    a) risultano assenti corsi di istruzione superiore;

    b) assenza di corsi individuali di alfabetizzazione informatica (patente europea). Viene negato il possesso di computer per mancanza di addetti ai controlli softwear, nonostante sia previsto per legge e regolato da circolari D.A.P. facendo gravare un inadempimento sulle esigenze del detenuto.

  3. Lavoro:

    tra gli elementi di trattamento obbligatorio per i definitivi, necessario anche per il mantenimento interno senza gravare sui familiari, dovrebbe esserci il lavoro, strumento principe di reinserimento sociale. É del tutto assente un programma di formazione professionale anche per soggetti con pene lunghissime. L'esigenza di una attività lavorativa continua è fortemente sentita, ma completamente insoddisfatta. Sulle attività lavorative presenti, 3 mansioni per 40 detenuti, sorvoliamo!

  4. Attività sportive:

    l'istituto è sprovvisto di palestre coperte e attrezzature idonee, pur essendo consentita l'attività fisica pomeridiana non è consentito fare la doccia oltre le 13.00 (caso unico in Italia), ciò rende impraticabile l'attività concessa.

  5. Attività culturali:

    assenti.

  6. Si lamentano inefficenze di gestione del “magazzino”, dove vengono ignorate le necessità dei detenuti ristretti lontano dai familiari. Erroneamente viene ancora applicata la circolare del 1977, incompatibile con il Dpr 230/2000.

  7. chiediamo che venga autorizzato il possesso di radio cuffia nei locali del passeggio.

  8. Autorizzare l'acquisto periodico di carne per i detenuti di religione musulmana.

 

Alla S.V. si chiede un intervento risolutorio delle annose questioni esposte (a conferma dell'inerzia si rinvia al provvedimento n. 13/05 del Magistrato di sorveglianza di Reggio Calabria, con il quale si raccomanda di ovviare a tali inadempienze. Per completezza, i corsi anticipati non sono mai stati concretamente realizzati). Inadempienze che incidono sull'esistenza della persona e procurano afflizioni illeggittime e determinano situazioni annichilenti e disperate.

Inevitabile condizione di chi è costretto a trascinarsi da una cella al passeggio senza impegni, senza meta.

Nella speranza di mettere fine a questo circolo vizioso che porta all'abbrutimento dello spirito e richiamare l'attenzione e l'impegno di chi ha il potere di vigilare e risolvere tali problematiche, dal 10 settembre 2007 avvieremo delle manifestazioni, in forma pacifica e rispettosa, a sostegno delle esigenze sopra esposte. Precisiamo, inoltre, che non saranno rivolte nei confronti degli operatori di Polizia Penitenziaria e che, le nostre richieste, hanno lo scopo di assicurare una detenzione dignitosa e restituire alla società (al momento della reimmissione in libertà) uomini migliori e non peggiori.

 

36 firme dei detenuti sez. EIV 

 

 

(Pubblicato il 12-12-2007)