Comunicato stampa: QUEL BATTERIO HA COLPITO ANCHE ME. CURARSI IN CARCERE E' IMPOSSIBILE!
Sicuramente, non si avrebbe voglia di raccontare le proprie vicende personali, ma credo che a volte possa essere utile. Mi riferisco alla puntuale presa di posizione dell’associazione Yairaiha sul decesso in Calabria di un detenuto affetto da clostridium difficile.
Quasi due anni fa, ho contratto questo batterio. Il quale è notevolmente pericoloso, non sempre per tutti ma soprattutto in diverse categorie di soggetti aventi determinate patologie o particolari condizioni di salute. Sono stato ricoverato in ospedale ma, nonostante gli effetti lo facessero sospettare, dalle prime analisi del sangue non è stata riscontrata la presenza di questo batterio. Infatti, da quanto ho potuto comprendere, non si tratta di un batterio di immediata individuazione. Gli effetti a cui mi riferisco sono pesantissimi: scariche diarroiche di cui si perde il conto (si arriva ad una cinquantina al giorno), calo di peso notevolissimo, di conseguenza debolezza estrema ed atonia muscolare per tutto il corpo, valori del sangue che si abbassano in maniera consistente. Personalmente, in un mese avevo perso venti chili! Solo a seguito di ulteriori analisi del sangue è stata scoperta la presenza del batterio.
Nel reparto dove ero ricoverato, in attesa del trasferimento a malattie infettive, sono stato isolato: la stanza della mia degenza è stata evacuata per impedire la trasmissione dell’agente patogeno anche attraverso il comune utilizzo dei servizi igienici. Ed a malattie infettive, naturalmente, sono stato collocato in una stanza singola per evitare ulteriori contagi: totale ventotto giorni di ricovero, in un periodo in cui si cerca di ridurre al minimo i tempi di ricovero ospedaliero.
Mi è stato somministrato un primo ciclo di terapia antibiotica che però non ha sortito alcun effetto. Sembra che questo batterio abbia negli ultimi anni una forte diffusione nel Paese e sia diventato anche resistente ai tradizionali antibiotici. In quell’anno, infatti, si riscontrarono focolai a Roma ed in Sardegna con decesso di alcuni malati. Per ottenere la seconda curala procedura è stata lunga e complessa. Si è dovuto attendere l’autorizzazione dell’amministrazione ospedaliera alla spesa per l’acquisto del farmaco dal costo notevole: 1.200 euro! Con questi altri antibiotici il batterio è scomparso. Ho impiegato comunque un altro mese per riprendermi del tutto.
Mi pare inevitabile pensare, dalla mia esperienza, l’impossibilità di assicurare, di fronte a questa emergenza, il diritto alla salute all’interno di una struttura carceraria. Spero che l’iniziativa di Yairaiha possa rivelarsi utile a modificare l’esistente.
Cordiali saluti
Francesco Gaudio