contro il carcere e la repressione

Comunicati Stampa

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Notizie

03-03-2016
Le istituzioni verifichino il rischio epidemia nel carcere di Catanzaro
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29-02-2016
Catanzaro: a 75 anni muore in carcere per un'infezione, aperta inchiesta
Rotella infatti il 27 gennaio era stato trasferito dal carcere di Gazzi alla Casa circondariale di Catanzaro. Nel carcere calabrese, secondo le poche informazioni acquisite dai familiari, da circa una settimana aveva accusato sintomi da enterite, ma il quadro clinico, evidentemente sottovalutato si era rapidamente aggravato fino al ricovero in terapia intensiva. Il certificato di ricovero ottenuto dai familiari reca la data del 23 febbraio ed una diagnosi di ingresso di paziente in stato di shock multiorgano, con enterite da clostridium difficilis ed una prognosi di imminente pericolo di vita. Leggi »

16-04-2010
Milano, chiesti 27 anni di carcere per il comandante ROS Ganzer
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14-10-2009
Rubati i computer degli avvocati degli indipendentisti sassaresi
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22-09-2009
Operazione Rewind
Arresti Rewind Torino, allegerite misure cautelari Leggi »

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Comunicato stampa:

Questo il senso e la rabbia a fil di pelle che si coglieva ieri nelle migliaia di partecipanti al corteo  "verità e giustizia  per Stefano Cucchi" , che ha percorso per oltre 2 ore il popolare quartiere di Torpignattara - zona sud di Roma.
Tantissimi giovani, tanta gente comune, con gli abitanti del quartiere a fare da corona ad una protesta sentita e vissuta come propria .
"NON SI PUO´ MORIRE COSI´"! La denuncia netta nei confronti del governo , delle istituzioni,della politica, degli sbirri.
La consapevolezza di uno stato di cose , che permette la normalità della violenza sistematica  - di pestaggi ed omicidi - da parte delle forze dell´ordine e carcerarie nei confronti di fermati e sequestrati per qualsiasi motivo.
Da Aldrovandi a Bianzino a Stefano Cucchi, passando per le centinaia di " casi" non denunciati,per il sadismo contro gli immigrati,per la feroce statistica di 165 " suicidi" in carcere , compreso quello " annunciato" di Diana Blefari Melazzi : questa la tragica realtà, nella decadenza dello stato di diritto, nella mancata esigibilità dei " diritti fondamentali" , conclamati dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell´Uomo e dalla Costituzione.
Questa sistematica violazione indica le pesanti responsabilità dei governi e degli apparati nell´attività di formazione e servizio delle forze dell´ordine , creando di conseguenza il senso  di impunità che si respira nei corpi di polizia e carcerari con la messa in pratica di comportamenti criminali.
Non si tratta di " mele marce "! Solo per parlare di questa epoca disastrata e senza valori : dai poliziotti della " Uno bianca ", ai carabinieri del " caso Marrazzo", è una continua " scoperta" della devianza criminale in seno agli apparati repressivi.
Storicamente le forze dell´ordine - dal dopoguerra Scelbista , al luglio ´60 Tambroniano,dalla "strategia della tensione" durante l´autunno caldo e per tutti gli anni ´70, alla persecuzione dei sovversivi nel corso  degli anni "dell´emergenza antiterrorismo", fino ai massacri sediziosi di Napoli-Genova 2001 e nell´attualità dello squadrismo razzista,xenofobo ,proibizionista - hanno svolto un ruolo costantemente al servizio dell´illegalità e del dispotismo.
Tutto ciò merita una profonda bonifica- un ripulisti generale - insieme all´abolizione del TULPS
(Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza)  e  delle norme del Codice Penale  che rendono dispari i cittadini di fronte alle forze dell´ordine, per avviare un radicale cambiamento di atteggiamento , rispettoso della cittadinanza e dei principi costituzionali.
Purtroppo viviamo la contemporaneità del "Pacchetto Sicurezza" - con il suo carico di nefandezze e la " modernità"  di nuove leggi razziali - della richiesta bipartizan di  altri poteri e fondi per le forze dell´ordine, di condanne risibili verso gli autori di misfatti terribili ( vedi sentenze Aldrovandi, Bolzaneto e Diaz ).
Continueremo a rivendicare " verità e giustizia" , sapendo che verranno occultate, compromesse e negate . Soprattutto dobbiamo attrezzarci per ripristinare rapporti di forza capaci di infondere rispetto e potere di interdizione nei confronti della manifesta illegalità poliziesca e carceraria , così da rendere salva la vita , agevoli e liberi i luoghi e gli spazi delle città.
Tutto ciò diventa possibile se c´è radicamento nel territorio , nei luoghi di lavoro, tra la popolazione e i suoi bisogni, se c´è colloquio, convergenza e fondamenti comuni tra i propugnatori e costruttori la nuova società.
NIENTE  RESTERA´  IMPUNITO !

Roma 9novembre 2009                    Vincenzo Miliucci - Confederazione Cobas

 

(Pubblicato il 09-11-2009)