Comunicato stampa: Contro lo sgombero dell'ExKarcere!!!
Ad appena un anno dall'ultimo sgombero, di nuovo sotto attacco l'esperienza politica del centro sociale ExKarcere: amministrazione locale, potere politico e speculatori rinomati, ancora una volta, uniti nel tentativo di accaparrarsi l'ennesimo segmento di città da rivendere alla speculazione edilizia e all'abietto affarismo dei palazzinari. ExKarcere deve quindi essere scacciato per mano di uno sgombero, la sua casa regalata alla "piazza del libero mercato", la sua progettualità politica chiusa perché incompatibile con i fini perseguiti dalle istituzioni della crisi. A queste logiche di profitto e alle politiche poliziesco-repressive daremo la solita risposta, chiara ed univoca: ExKarcere vive l'intera città come spazio pubblico di sperimentazione politica e culturale e, come in passato, continuerà a costruire antagonismo parlando il linguaggio della riappropriazione.
Ripartiamo dai nostri centri sociali.
É palese come quest'attacco risponda ad una duplice esigenza, una economica, l'altra politica: la prima, portare a compimento la messa a valore del centro storico cittadino, legittimando attraverso la retorica della "riqualificazione urbana" il progressivo allontanamento del proletariato urbano dai quartieri-vetrina, la chiusura di spazi pubblici di aggregazione giovanile e la spasmodica ricerca di profitto speculativo con espropri di case e cartolarizzazioni di beni pubblici; la seconda rientra invece nel quadro della gestione del dissenso e del conflitto nell'Italia Berlusconiana. In linea con le direttive securitarie nazionali, con il pacchetto sicurezza e con la limitazione della libertà di espressione, rispettando le linee guida dettate del governo italiano, a Palermo si tenta di minare le basi della contestazione sociale, cercando di mettere a tacere tutti i militanti con azioni che limitano la libertà personale (come e' avvenuto recentemente a Palermo nei confronti di sindacalisti , senza casa , studenti), negano il diritto alla socialità e soprattutto promuovono l'"abbattimento" degli spazi di aggregazione sociale. Alle ragioni della governance capitalista rispondiamo ripartendo proprio dai centri sociali e dal loro enorme bagaglio di esperienze e lotte quotidiane che i movimenti antagonisti hanno saputo costruire attorno la riconquista degli spazi sociali e collettivi nella metropoli "pacificata". ExKarcere è stato, in questi otto anni, centro di resistenze oltre che nucleo di autonomia e terreno per la ricomposizione di segmenti giovanili di precariato metropolitano; tanto nelle lotte per la difesa dei territori, per il diritto alla casa e al reddito, quanto nella netta opposizione a guerra, precarietà, politiche securitarie e xenofobe, è stato espressione autonoma di forme non mercificabili di socialità costruita dal basso. Investire sui centri sociali occupati ed autogestiti, significa investire sul valore di uno strumento costituzionalmente conflittuale, la cui potenza risiede nella controcultura di cui questi soggetti si fanno portatori nella prassi quotidiana dell'attacco ai meccanismi reali della speculazione e del comando capitalista. Investire sui centri sociali significa, oltretutto, investire sulla presenza militante sui territori come ultimo avamposto contro il fascismo e l'intolleranza dell'era dei pacchetti sicurezza, delle ordinanze anti-raduno e della crisi perenne ... ma, infine, investire sui centri sociali non significa investire sul luogo fisico, quanto su quello che esso rappresenta all'interno del quartiere e della città, su i militanti e la gente comune che lo vive e fa di esso un luogo di confronto, di analisi di critica e soprattutto di antagonismo e conflittualità. Il centro sociale è un nodo che lega la politica alla città e permette ad essa di rivendicare diritti, spazi, reddito, libertà; un punto di partenza, un trampolino di lancio verso la riappropriazione diffusa, centro nevralgico e cruciale che permette di contrastare attivamente le politiche capitaliste e la crisi che stanno generando. Riprendiamo quindi lo slogan dell'Onda Anomala studentesca che poi e' stato assunto da tutti i movimenti sociali "Noi la crisi non la paghiamo" come manifesto della nostra volontà di continuare i nostri progetti, ripartendo da un anno politico che ci ha visto rispondere alle minacce di sgomberi con l'apertura di nuovi spazi e nuovi percorsi (come in occasione del corteo dello scorso 11 ottobre), determinati nell'opporre alle retoriche delle occasioni di sviluppo riqualificanti (ma solo per le tasche di qualcuno) la potenza inarrestabile delle idee, dei desideri e delle relazioni sociali che non possono essere messe a profitto da questa società.
"Dove prima c'era il nulla, tornerà ad esserci il nulla dopo lo sgombero ... nel mezzo soggetti in lotta e vite resistenti"
Non ci fermerete mai!!!
-Banditi che creano conflitti conflitti che creano Banditi-