Comunicato stampa: BRUNO BELLOMONTE LIBERO, LIBERI TUTTI!
A giugno, la prima operazione repressiva proG8 portava nel carcere di Regina Coeli/Roma, 6 persone “ per ricostituzione delle br, un marchio facilmente abusato per mettere a tacere anche le critiche democratiche! A luglio, in corso G8 e nel moltiplicarsi degli arresti a Torino, Roma, Napoli, (compagne/i che tuttora subiscono misure coercitive firme, domicilio coatto, ecc.), il beghino Tribunale della Libertà di Roma confermava gli arresti.A fine luglio, nel post G8 il trasferimento punitivo nel carcere speciale di Catanzaro, nonostante le“esigenze istruttorie e le leggi carcerarie deponessero per la detenzione romana.A nulla sono valse le documentate e circostanziate risposte di gran parte degli arrestati e delle loro difese, tese a dimostrare l’impossibilità e l’inesistenza delle ipotesi accusatorie, surrogate sostanzialmente da vacue e suggestionanti interpretazioni delle intercettazioni telefoniche.Questa inchiesta fa acqua da tutte le parti. Non c’è uno straccio di prova, né di sufficienti indizi: gli accusati tra loro tutti non si conoscono, alcuni non sanno nemmeno cosa vuol dire la politica, altri sono vicini o ben oltre la pensione !Che razza di banda armata è mai questa??! Dove l’unico che fa riferimento ad un rapporto organizzato è Bruno Bellomonte, che milita nel partito indipendentista sardo “A manca pro indipendenza”, che al momento del suo arresto ha ribadito, ove mai ce ne fosse bisogno, che il partito e Bruno agiscono alla luce del sole Bruno è stato candidato nelle recenti elezioni regionali sarde nella Lista Unitade Indipendentista”/prov.Olbia-Tempio e che i loro proponimenti e il loro modo di agire è abissalmente antitetico a quello delle “brigate rosse.Conosciamo bene e da lungo tempo Bruno Bellomonte, compagno tra i più stimati e conosciuti in Sardegna per antica militanza sociale e sindacale, è personaggio pubblico non ha niente da nascondere. Bruno è ferroviere, capostazione a Sassari, sindacalista dell’’UCS fin dalla prima ora poi confluito nell’SDL, rispettato e benvoluto dai colleghi e dalla cittadinanza.Bruno non ha fatto in tempo a sottrarsi dalle mire di una fallace inchiesta cagliaritana contro l’indipendentismo in cui magistrati hanno dovuto prendere atto delle stringenti prove documentali prodotte, rimettendolo in libertà dopo 10gg dall’abusivo arresto nel 2007 che i sodali romani non trovano di meglio che rimetterlo in mezzo, testimonianza di un modo di agire desolante di inquirenti, che abusano in luoghi comuni, ripetitività dei soggetti, melassa di chiacchiere.Insomma, come in un gioco di ruolo il clichè è scontato, basta variare le circostanze e i nomi buoni per l’occasione (e qui c’è in ballo il G8!), tanto i mandati di cattura sono in bianco! E anche se il tutto si rivela una bufala l’impunità è garantita, vige la ragion di stato!E lo stato non paga pegno. Al massimo, nonostante la documentata condotta anticostituzionale, ci scappa qualche condanna che si esaurisce nella prescrizione e nella promozione dei sediziosi, vedi Genova 2001, con le sentenze Bolzaneto-Diaz e le richieste di condanna per l’ex Capo della Polizia Di Gennaro e varia consorteria .Povera Italia! Misere istituzioni, ridotte a certificare la propria esistenza solo per mantenere poltrone, incarichi e apparati, facendosi scudo a comando e/o a vuoto”di inchieste fasulle e fantasmagoriche, di cui peraltro non si deve rispondere, visto il degrado e la decadenza della Repubblica.Cosa si cerca di fare con questa inchiesta? Di sequestrare il più a lungo possibile un compagno responsabile e leale? Di condizionarlo e piegarlo con il carcere duro? Dopo 45 gg. di isolamento a R.Coeli (murato vivo:solo, 10’d’aria in chiostrina,senza libri), il confinamento nella cajenna di Catanzaro, sempre in isolamento: una sadica punizione, testimonianza di quanto siano spietate e infami le istituzioni, che peraltro impongono ai familiari ingenti spese e sacrifici..Come Cobas e cittadini tesi a garantire le libertà costituzionali e il diritto a perseguire la giustizia sociale, non permetteremo che si compia questo ennesimo misfatto, parteciperemo e metteremo in atto tutte le iniziative tese a smascherare questa operazione repressiva e a riportare presto liberi gli arrestati.
Roma 1 agosto 2009 Confederazione Cobas