Comunicato stampa: dal diario di Carmelo Musumeci
fonte: informacarcere - posta diretta
13/12/07
Mi sono preso un tè caldo con lo zucchero ed ho trovato un po’ di energie per rispondere a tre lettere della mia “Posta Diretta”:
Caro Philippe,
hai ragione probabilmente lo sciopero della fame non servirà a nulla anche se molti anni fa Ghandhi contribuì in maniera rilevante con questo sistema al raggiungimento dell’indipendenza dell’India dal colonialismo. Ma d’altronde che altro possiamo o posso fare? L’ergastolano non ha speranza e senza speranza la persona non è nulla. Devo lottare per i miei sogni, per difendere i miei sogni. Devo lottare per sapere quanti anni mi mancano alla libertà ed ho solo la mia vita per farlo. Grazie di esserci vicino.
Caro Simone,
scusa se ti scrivo solo poche righe perché ho perso molti chili (otto in 12 giorni) e faccio fatica a scrivere e a leggere, a volte anche a parlare. Ma ci tengo a dirti a nome degli ergastolani in lotta quanto segue:
- L’amore nel mondo sta scomparendo perché l’uomo moderno si è abituato a vivere senza amore. E l’amore è l’energia dell’universo, più importante dell’aria, della terra, del mare e del cielo. Ma fin quando ci sarà l’amore degli anarchici il mondo non potrà mai scomparire perché l’amore è anarchia e l’anarchia è amore. Grazie della solidarietà che tutti voi ci avete dato. Ringrazia tutti i compagni/e da parte mia, ci tengo che tu lo fai perché io non lo posso fare.
Ciao Noemi,
la mia tesi chiedila ad Alessandro della Pantagruel (asspantagruel@virgilio.it) e vedrai che te la mandano (metterò una buona parola io sic!). E ricordati che il tuo lavoro è molto importante per noi. In carcere ci si uccide diciotto volte di più di quanto succede fuori e la cosa più brutta non è la morte ma il silenzio di queste morti. Vorrei tanto che tu prendessi questo tuo lavoro come una missione per fare conoscere al mondo esterno questa realtà. Ho da poco letto un libro che riportava una frase scritta sul muro di un lager nazista:
- Io sono stato qui e nessuno lo saprà mai.
Ciao Noemi, in bocca al lupo e salutami la Sardegna.
Poi mi sono deciso di finire la mia ultima fiaba in questo modo:
Ora Zanna blu era finalmente libero ma gli restava ancora poco da vivere.
Non aveva più forze.
La seconda ferita non smetteva di sanguinare.
Nevicava e un fiocco di neve si posò sopra una lacrima e tutte e due caddero insieme.
Stava morendo e non poteva farci nulla.
Non aveva nessuna speranza di salvezza.
Moriva col cuore pieno d’amore.
Neppure l’amore di Lupa bella lo poteva aiutare.
Neppure l’amore di Coda bianca e Occhi neri potevano salvarlo.
Provò ad alzarsi, ma cadde.
Aveva freddo, tanto freddo.
Gli si stavano congelando le zampe.
La neve rifletteva il dolore di Zanna blu.
Non era ancora l’ora che spuntasse la luna nel cielo, ma questa spuntò lo stesso per cercare di fare coraggio e di dare amore e conforto a Zanna blu.
Di nuovo si alzò, ma ricadde subito.
Ormai voleva solo chiudere gli occhi e morire.
Una grande tristezza lo colpì più della morte: stava morendo solo e lontano da Lupa bella e dai suoi due cuccioli.
C’era un silenzio assoluto.
Vedeva la neve infinita come il suo amore.
Immaginò di sentire gli ululati di Coda bianca e Occhi neri:
- Papà, se ci ami non morire… non si può morire quando si ama.
Guardò il vento.
Ascoltò il vento.
Sentì il vento nel muso.
Zanna blu combatteva contro la morte: ma non era solo, non si è mai soli quando si ama, perché anche la lupa dell’amore lottava contro la lupa della falce.
E ricordò le parole di Lupa bella:
- Vivi amore mio, fai di tutto per rimanere vivo, solo se tu vivrai riuscirò a farlo anch’io, io ti aspetterò.
Sogno e realtà erano diventati la stessa cosa.
Pensò di vedere in cielo la stella cometa del suo cuore: Lupa bella.
Credette persino di sentire l’odore di Lupa bella.
Non poteva, non ci riusciva a morire senza lottare ancora per vivere.
E solo per amore, Zanna blu, trovò la forza di trascinarsi vicino agli alberi più vicini, si scavò una buca per non morire assiderato e si mise
dentro.
Poi chiuse gli occhi e forse non riuscì più ad aprirli…
...ma questa è un’altra storia e bisogna vedere che fine farà lo scrittore.
Domani verrà a trovarmi Giuliano e sicuramente tenterà di convincermi a smettere il digiuno e io farò altrettanto per convincerlo a farmi proseguire. Sì è vero, nessuno vince una guerra da solo ma io ci vorrei provare lo stesso.
14/12/07
Peso 71,300. Questa notte è stata dura, ho dormito male ed ho avuto dolori da tutte le parti.
Mi ha scritto Alfredo Sole dal carcere di Livorno:
- …Ci siamo lasciati dicendomi (Giuliano n.d.t) di aspettare sue notizie dopo che verrà a trovarti per vedere se tu sei d’accordo a cessare lo sciopero e tornare alla nostra vita a combattere quando saremo ancora più forti. Cosa ne pensi? Non credo che sia una sconfitta per noi, anzi abbiamo alzato un pochino di polvere con la speranza che prima o poi riusciremo a farla diventare un tornado. Comunque io ho iniziato con te e finirò con te, non è nel mio credo lasciare nel campo di battaglia un mio amico: qualunque sia la tua decisione è anche la mia. Questo significa che ti responsabilizzo anche della mia salute e della mia vita. Perciò se hai tendenze suicide ricordati che sei responsabile di due vite che mi vengono dietro…Comunque sia, amico mio, credo che almeno siamo riusciti a svegliare un po’ di detenuti, hai svegliato anche me e adesso non riesco più a farmi la galera tranquillo, questo significa che passerò il resto della mia vita a combattere contro la pena dell’ergastolo e a mangiarmi il fegato. Ho detto fegato? Sai che bello fatto fritto con patate e cipolle, sento l’odore sic! Ho fameeeeeeeeeeeeeee! Ho perso 4,500 chili fino ad oggi. Cosa pensi di fare?
Penso che mi stai facendo un vero e proprio ricatto sic!
Ho telefonato alla mia compagna che mi ha detto:
-…ma sei proprio scemo, se hanno smesso gli altri perché tu stai continuando? Ti avviso che tua figlia mi ha detto che se non smetti lo sciopero della fame inizierà lo sciopero della fame pure lei ad oltranza…
Pure questo è un ricatto sic!
Qui a Spoleto, Ciro, Ivano, Salvatore, Nello ed un altro del lato B mi hanno detto che se io non smetto loro mi seguiranno fino alla fine.
E’ venuto a trovarmi Giuliano, abbiamo parlato e discusso e mi ha chiesto di cessare il digiuno.
Un po’ tutte queste cose e soprattutto la fame, i dolori, la debolezza, mi hanno convinto a smettere lo sciopero della fame ma non sono per nulla contento. Domani ci rifletterò sopra ora faccio fatica persino a pensare.